Nisida

Nisida

mercoledì 26 febbraio 2014

Uno vale uno .... e uno ne restò

La libbertà de pensiero – Trilussa

Un Gatto bianco, ch’era presidente
der circolo der Libbero Pensiero
sentì che un Gatto nero,
libbero pensatore come lui,
je faceva la critica
riguardo a la politica
ch’era contraria a li principi sui.

“Giacché nun badi a li fattacci tui,
- je disse er Gatto bianco inviperito -,
rassegnerai le proprie dimissione
e uscirai da le file der partito:
che qui la poi pensà libberamente
come te pare a te, ma a condizzione
che t’associ a l’idee der presidente
e a le proposte de la commissione!”

- “E’ vero, ho torto, ho aggito malamente…” -
Rispose er Gatto nero.
E pe’ restà ner Libbero Pensiero
da quela vorta nun pensò più gnente.

martedì 18 febbraio 2014

Xilofono a cocozze

Questa mattina a Via Scarlatti abbiamo visionato la voragine che impedisce nuovamente ai pulman di passare. Li avevano ripristinati solo da un mese. Ormai ci tocca fare gli umarells, quelli che assistono ai lavori stradali, tanti ce ne sono, nel tentativo di metterci una pezza.
Per fortuna ogni tanto capitano dei musicisti bravi che si esibiscono nell'isola pedonale. Perché di solito siamo inondati dai bonghisti. C'aggia fà, io non li sopporto.
Infatti c'era questo ragazzo che suonava uno strano xilofono di legno con delle zucche di varie misure a fare da amplificatore.
E suonando cercava di coinvolgere anche i bambini, dandogli le bacchette.


Tre uomini in Barca (chi sarà il cane?)

E pure a Fabrizio Barca è toccato il trappolone. Telefonata con il falso Vendola, che Cruciani della Zanzara tiene sempre pronto in trasmissione.
Al di là di quello che avrebbe raccontato Barca a Vendola, fa riflettere quanto espresso da Paolo Mieli a Piazza Pulita. Sarebbe cioè lecito oltre che legale praticare un giornalismo diciamo così borderline.
Buttare in pasto ai radioascoltatori quanto viene fuori da queste demenziali conversazioni, dimenticando  che Striscia la notizia va facendo questo da decenni, con tanto di omaggio di tapiri, viene considerato da Mieli et al. giornalismo assurto a genere, visto che il succitato Cruciani ha beccato persino un premio.

Allo stesso tempo codesti soloni si stracciano le vesti invocando chissà quali interventi giuridici pur di mettere a tacere quanti esprimono giudizi e opinioni sui vituperati Internet e network assortiti, quando capita a loro essere sbeffeggiati in risposta ai loro tweet.

Capita sempre più spesso ormai di sentirmi fuori tempo massimo. La sensazione di straniamento in giorni come questi si fa sempre più concreta, anche perché viene anche il dubbio che la stessa vittima sorrida sotto i baffi e lo stesso Vendola, anziché incazzarsi e querelare si fa magari un po' di conti se non gli convenga questa esposizione mediatica.

E allora dai, cambiamo orizzonte. Da questa sera mi piazzo davanti al televisore a commentare minuto per minuto gli abiti a parapalla della nostra adorata Littizzetto e gli sbavamenti di Fazio davanti alla Casta (Letizia).
In quanto alla musica, lasciamo perdere, che quella ormai è retaggio del passato.
Mi incuriosisce altresì la presenza del Grillone, che a sentire le dichiarazioni di Leone, potrebbe finire portato via dai signori in bianco con la sirena.

sabato 15 febbraio 2014

Il teatro nel DNA

Non mi manca il teatro, che per svariati motivi non riesco più a frequentare.
Non mi manca, perché qui basta scendere per strada e si apre il sipario.
Ieri andavamo da un amico che s'è fatto un po' male e al solito abbiamo usato i mezzi pubblici.
Dal Vomero la R1; scesi al Museo aspettavamo invano un C47. Niente da fare e come da tradizione ANM: fattèll' a ppere. Noi l'abbonamento ce lo facciamo per fede ormai.
Arrivati a piazza Cavour c'era un 184 e siamo saliti. Ma subito dopo abbiamo udito lamentazioni a voce altissima. C'era uno che presumibilmente chiedeva l'elemosina, esponendo quanto lui fosse sfortunato ad essere nato in una città come Napoli. E per completare la recita s'è buttato in ginocchio di fronte agli ignari passeggeri. L'autista non ha fatto una piega e noi tutti pure.
Nessuno parlava e lo guardavamo impassibili, come Cuperlo guardava Di Battista che lo invitava a reagire in nome del popolo. Uguale uguale.
All'improvviso l'uomo s'è alzato e con grande velocità è sceso. Malignamente ho pensato che qualche portafogli avesse preso il volo ma invece correva per prendere il 182 che seguiva, per svolgere anche lì la sua rappresentazione di arte drammatica.

martedì 4 febbraio 2014

Crittografie sanitarie

Uno degli interrogativi a cui non ho mai avuto risposta è quello del perché i medici scrivano le ricette in quel modo assurdo, a metà tra la stenografia e la pura invenzione.
Oggi dovevo prenotare una prestazione specialistica e l'operatrice al telefono mi ha chiesto la diagnosi scritta sulla richiesta. Ho tentato in tutti i modi di interpretare quelle due parole, ho provato anche a chiedere a Google, inventandomi di tutto e sperando che mi dicesse: ma forse cercavi quest'altro?
Niente da fare, s'è arreso pure Google. Allora ho tentato di rintracciare il medico per farmi dire da lui cosa cappero avesse scritto. Sparito anche il medico.
E mo' che faccio? Rimando a domani con il rischio che slitti il tutto alla prossima settimana?
E qui forse Ippocrate mi viene in aiuto. Ideona: scendo alla farmacia di fronte e mi faccio tradurre la parola misteriosa.
Bingo! La farmacista ci ha azzeccato subito, senza esitazione: la diagnosi era "vasculopatia carotidea".
Ora lo so, medici e farmacisti vanno alla stessa scuola di calligrafia o possiedono entrambi un codice Cicero. Perché se non fosse così, leggendo le ricette, ne ammazzerebbero almeno un paio al giorno.